Sarebbe bello bloccare le lancette del tempo e farle fermare prima di quel maledetto 6 Aprile. Cancellare quei maledetti 28 secondi e far finta ci siano mai stati. La vocina di mia figlia Valeria che mi dice: “Grazie mamma per avermi rubato lo spazio nella macchina e grazie per gli auguri oggi è il mio compleanno, oggi è il 7 Aprile.” Sporca, frastornata mentre mi guardo allo specchio dell'autogrill dove abbiamo dormito...! Maledetto “sisma”, “terremoto” o come diamine vogliamo chiamarlo -Terribile- Mi sento sola.... triste.... stanca.... Ma soprattutto mi sento inerme! C'è un terremoto nel terremoto! Nella mia anima, nella mia famiglia. Vecchie crepe che si sono allargate. I giorni passano sempre uguali, lenti, sempre con gli stessi ritmi;anche se non più quelli di prima adesso sono grigi e monotoni. Mi guardo intorno: Mia madre -82 anni- di ossa sofferenti e la vita che non le ha risparmiato nulla, proprio nulla. Le ha tolto anche l'ultima cosa che aveva: La sua casa! Viva per miracolo... “Miracolata” è il caso di dire. Piange lacrime che non riescono più ad uscire..
Lacrime asciutte che non riescono neanche a rigarle il viso. Mi guardo anche io. Torno nella mia casa a Pettino...(materialmente il 29 Aprile) Apro la finestra, guardo fuori, palazzi striati, tapparelle chiuse aperte, panni stesi, sembrano bombardati... E' spettrale. Pettino, no! Baghdad è QUI.... Penso a l'Aquila “bella me”, alla Basilica di Collemaggio, ai vicoli, alle nicchie di San Bernardino, riaffiorano i ricordi della mia adolescenza!! Vorrei non pensarci e dimenticare... “Immota manet”. Prima per me era un difetto invece l'unica volta che dovevi restare ferma non hai potuto farlo.... Mia piccola, mia antica, mia bellissima Città.... Dove sei sepolta? Ricostruire.... Si ma come? Da dove ripartire? Le anime, le rughe degli anziani, i cuori affranti, le sensazioni.... dove trovare la forza? Abruzzo forte e gentile.... Dove ritrovare la gentilezza nel nostro cuore malato di sofferenza? Vorrei strapparmi i capelli, piangere, gridare, urlare.... Far tornare tutti quei ragazzi sfruttati nelle case fatiscenti! Unico reddito di una città senza lavoro.... Vorrei stringervi tutti e cullarvi... Vorrei dare amore e riceverlo... C'è ne tanto bisogno in questo momento! Aiutateci a rinascere ancora... Vorrei che il simbolo della città tornasse... Il rapace al suo posto (non me ne vogliano gli animalisti) simbolo di libertà, di fierezza e di orgoglio. Vorrei che Tu tornassi a sorridere e a volare... Volare, vivere e gioire...
A guardare quel cielo così azzurro, costellato dalle tue verdi montagne! Perché noi torneremo tutti... Saremo ancora di più, più forti, più uniti e più gentili che mai!

Antonella '60