CENNI STORICI La fondazione della città fu programmata dall'imperatore Federico Il di
Svevia intorno al 1245, ma certamente il maggiore impulso costruttivo si ebbe sotto il
regno di Corrado IV che nel 1253, un anno prima della sua morte, la realizzò quasi
completamente. Gli esecutori dei programma federiciano furono gli abitanti dei castelli
della conca aquilana, 99 secondo la tradizione, che vollero confederarsi in un unico
grande centro. La città ebbe una organizzazione autonoma, con un podestà ed un
consiglio, ed assunse una tale importanza politico militare che il pontefice Alessandro
IV, nel 1 257 trasferi l'antica sede vescovile di Forcona a L'Aquila, edificando la
chiesa dei S.S. Massimo e Giorgio (futura cattedrale). In quegl'anni era già in atto la
contesa tra il papato ed il nuovo re svevo Manfredi, e la città rimasta fedele alla
chiesa pagò duramente: nel 1259 infatti Manfredi dopo aver riconquistato la parte
meridionale dei regno assediò e distrusse L'Aquila che rimase abbandonata per sette anni
fino al 1 266. Fu questo l'anno in cui Carlo II d'Angiò impossessatosi dei regno di
Sicilia dette inizio alla ricostruzione della città, e nel 1 272 per opera dei Capitano Lucchesino, si ricominciò l'edificazione delle mura cittadine e si divise la città in
quattro quartieri o quarti. In questo periodo viene costruita la basilica di S. Maria di
Collemaggio dove nel 1 294 venne incoronato Papa Pietro da Morrone, con il nome di
Celestino V, alla presenza di Carlo I I d'Angiò. Con l'avvicendarsi degli Aragonesi agli
Angioini per il possesso dei regno di Napoli, la città fedele alla causa di Giovanna II
d'Angio, fu di nuovo sottoposta a durissimo assedio, durato 1 3 mesi, ad opera di
Andrea Braccio Fortebraccio conte di Montone per conto di Alfonso di Aragona. La città
resistette strenuamente ed alla sconfitta degli Aragonesi, la regina Giovanna Il per
ringraziare L'Aquila della sua fedeltà le concesse una serie di privilegi che ne
incrementarono lo sviluppo economico e sociale. Ben presto divenne la seconda città dei
regno di Napoli, prosperosa negli scambi commerciali e culturali che manteneva con le più
importanti città italiane ed estere. Nel XV secolo ebbe il privilegio di battere moneta;
vi fu istituita l'università e nel 1482 vi fu aperta la tipografia da A. di Rottwill,
discepolo del Gutemberg. Lo spirito d'indipendenza della città fu soffocato durante la
lotta tra i Francesi e gli Spagnoli per il possesso dei regno di Napoli, e per punirla di
aver parteggiato per Francesco 1, lo spagnolo Carlo V, ordinò a Filippo d'Orange di
assediarla e distruggerla, e nel 1532 da Don Pedro di Toledo fu eretto il Castello
"ad reprimendam audaciam Aquilanorum " Durante la rivolta di Masaniello 1647 la
città si ribellò di nuovo agli Spagnoli e fu per questo condannata a dure repressioni
economiche e sociali, che ne causarono un lento declino. Nel 1 703 uno spaventoso
terremoto distrusse completamente la città, peggiorando la ripresa economica e
demografica. Partecipò attivamente ai moti rivoluzionari per l'unità d'Italia, e nel
1860 divenne capoluogo di regione.
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